La “Città del Cristallo molato ed inciso a mano”. La storia di questa preziosa attività lavorativa inizia con la produzione del Vetro e successivamente, migliorando notevolmente la qualità, quella del Cristallo.
L’attività industriale di Colle di Val d’Elsa fin dal 1820 fu definita come “la Boemia d’Italia”. Oggi è divenuta la vera “Città del Cristallo” con il 14% di tutta la produzione mondiale ed oltre il 95% di quella italiana.
Molti oggetti in Cristallo che quotidianamente utilizzate sulle Vostre tavole, quali bicchieri, bottiglie, sottopiatti oppure vasi da fiori, centri tavola per arricchire il vostro arredamento, provengono da questa splendida cittadina. Maestri artigiani, soffiatori del Cristallo sono veri e propri scultori di questo affascinante materiale incandescente. Gli oggetti soffiati, plasmati e modellati con pinze, ferri del mestiere dai “piazzisti” sono alla fine dell’opera oggetti semilavorati. Infatti queste creazioni necessitano a questo punto della seconda fase: la MOLATURA.
Nel nostro Laboratorio siamo specializzati in questa attività. La Molatura consiste nel trasformare, modellare, incidere, intagliare a freddo ciò che la cristalleria ha plasmato a caldo. Piccoli difetti, bolle di aria, ”sassi” (minuscoli agglomerati di sabbia silicea non fusi ad oltre 1000 gradi di temperatura….) insieme alla forma del pezzo esaltano le nostre capacità. Intuire in anticipo con linee e geometrie ciò che poi sarà il risultato finale della nostra lavorazione di incisione, sono i dettagli dove dedichiamo tutta la nostra attenzione per rendere qualsiasi oggetto in Cristallo unico ed esclusivo. Soprattutto puro e trasparente come l’acqua…In questo articolo vorremmo far capire quanti processi e fasi intermedie di lavoro sono necessarie per ammirare poi alla fine nella nostra esposizione gli oggetti che entreranno a far parte del vostro arredamento.
Un pò di storia del Cristallo a Colle di val d’ Elsa
“…nulla persona possit portare vel vendere ad aliquam fornacem Bicchierorum de lignis silve comunis de colle…”
“…nessuno possa portare o vendere a qualche fornace di Bicchieri della legna della selva del comune di colle…”
Archivio di Stato di Siena, Colle, 78.
Questa è la notizia più antica (anno 1331) che testimonia la sicura produzione di vetro a Colle, presente almeno dal XIV secolo.
La storia moderna dell’industria vetraria colligiana prese l’avvio nel 1820 con il vetraio francese Francesco Mathis con l’impianto di una fabbrica di “cristalli” nella parte bassa di Colle Val d’Elsa, dentro i locali del soppresso convento degli Agostiniani a fianco della chiesa appunto di S.Agostino.
La fornace, unica nel suo genere in Toscana, si distinse subito per i suoi “cristalli” assai più sofisticati dell’utilitaristico vetro verde impagliato che usciva dalle altre fornaci toscane.
La fabbrica possedeva anche un edificio attiguo dove gli articoli venivano arrotati cioè rifiniti e decorati con l’intaglio.
I “cristalli” prodotti a Colle Val d’Elsa a quel tempo non contenevano ancora ossido di piombo – l’ingrediente che dà alla miscela vetrosa la sua magica brillantezza e la totale acromaticità – come invece già avveniva per i cristalli inglesi e per quelli francesi.
Morto Mathis nel 1832, subentrò, come direttore della fornace divenendone poi l’unico proprietario, il bavarese Giovan Battista Schmid, attivo fino a poco prima nella fornace di S.Vivaldo, vicino a Montaione, e prima ancora ad Altare.
Sotto la guida del volitivo Schmid la fornace colligiana raccolse svariati successi a partire dalle numerose Esposizioni cui partecipò, prima tra tutte la medaglia d’oro ottenuta all’Esposizione Universale di Parigi nel 1855.
Giovan Battista Schmid tenne salde le redini dell’azienda fino alla sua morte avvenuta nel 1885.
Il duro contenzioso scatenatosi subito dopo tra gli eredi produsse un lungo periodo di instabilità che si concluse nel 1889 con la vendita dell’azienda ad Alfonso Nardi, industriale vetrario attivo nell’empolese.
Nel 1921 l’industriale Modesto Boschi, accogliendo le suppliche della popolazione di Colle prostrata dalla mancanza di lavoro dopo la chiusura della cristalleria di Nardi, prese in affitto dei locali e riaprì i forni.
Nell’immediato dopoguerra alle Vetrerie Boschi si intensificò la sperimentazione per la realizzazione della formula del cristallo al piombo, condotta nello stabilimento della “Fabbrichina”: nel 1946 si riuscì a produrre una miscela con percentuali del 15-16% di ossido di piombo.
Nel 1963 dopo grandi investimenti e molte sperimentazioni a Colle Val d’Elsa, presso la Cristalleria La Piana, si riuscì a produrre un vetro contenente ossido di piombo in percentuali superiori al 24%: si trattava di un prodotto in grado di competere per brillantezza ed acromaticità con quello proveniente dall’Inghilterra, dalla Francia e dal Belgio dove la tradizione di vetro al piombo era plurisecolare.
Oggi il cristallo rappresenta a Colle una tra le più importanti realtà produttive, tanto che nella città si produce il 14% del cristallo di tutto il mondo ed oltre il 95% di tutto quello d’Italia.
Il Museo racconta tutta questa storia, con numerosi reperti e pezzi raccolti da collezioni pubbliche e private, nello stesso luogo ove sorgevano le Vetrerie Boschi.
In Questa esposizione sono presenti oggetti incisi e molati nel nostro laboratorio da Giuliano Bandinelli molti anni fa.
Noi de La Cristalleria Grotta del Cristallo crediamo molto in questa tradizione artigiana della incisione e molatura.Stiamo lavorando mantenendo le tecniche manuali per dare continuità a ciò che di tanto importante è stato fatto dai nostri predecessori con tanto sacrificio ed impegno. Il rispetto delle persone che hanno contribuito a tutto ciò è il nostro stimolo migliore per far conoscere le nostre capacità ereditate dalle loro esperienze.